Nuova Riveduta:

Sapienza 13:10

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C.E.I.:

Sapienza 13:10

Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi i lavori di mani d'uomo,
oro e argento lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.

Nuova Diodati:

Sapienza 13:10

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Riveduta 2020:

Sapienza 13:10

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La Parola è Vita:

Sapienza 13:10

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Sapienza 13:10

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Ricciotti:

Sapienza 13:10

Il culto degli idoli
Ma infelici sono e su cose morte fondan le loro speranze, quel che chiaman dèi le opere delle mani degli uomini, l'oro e l'argento lavorati con arte e raffiguranti animali, o un inutile sasso, opera di mano antica.

Tintori:

Sapienza 13:10

Stoltezza di chi adora gl'idoli
Ma sciagurati, colla speranza in cose morte, son quelli che danno il nome di dèi agli oggetti fatti dall'uomo, all'oro, all'argento lavorato con arte, a ritratti d'animali, ad un vil sasso opera d'antica mano.

Martini:

Sapienza 13:10

Ma sgraziatissimi sono, e la loro speranza hanno in cose morte coloro, che danno il nome di dei alle opere delle mani degli uomini, all'oro, all'argento lavorato con arte, e alle immagini di animali, o ad un vil sasso, opera di antica mano.

Diodati:

Sapienza 13:10

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Riferimenti incrociati:

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